Villa Vitali ex Villa Paladini

Villa Vitali ex Villa Paladini

Separata dalla villa Nava-Della Porta da uno stretto vicolo, Casa Paladini viene costruita a più riprese tra XVIII e XIX secolo. Nonostante lo stile sobrio e quasi dimesso, l’edificio resta una testimonianza storica di rilievo strettamente connessa al castrum di Barzanò.

L’attuale Via del Castello, che coincide con l’antico tracciato delle mura di cinta medioevale, oggi delimita il giardino bastionato di Casa Paladini creando un terrazzo a sbalzo verso sud, da cui si può godere una vista panoramica sull’abitato di Barzanò.

Casa Paladini, che insiste quindi su parte dell’area anticamente occupata dal castello medioevale, mostra anche nella struttura architettonica evidenti tracce di questa presenza fortificata, in parte inglobata nella costruzione residenziale settecentesca: il massiccio corpo centrale, oggi intonacato, nasconde infatti la struttura del rudere di una torre militare medioevale che tuttora sviluppa ben oltre 7 metri d’altezza.

Tra i componenti delle famiglie Galliani e Paladini, unite da legami matrimoniali, diversi sono quelli ricordati dalla storia nazionale per il loro ruolo nelle vicende risorgimentali. Per esempio Giovanni Paladini, Direttore delle Carceri di Milano nel Marzo 1848, che ben conoscendo dai colleghi ufficiali francesi gli effetti devastanti di una liberazione incontrollata di centinaia di carcerati per delitti comuni, rifiuta di effettuare una “seconda Bastiglia” salvando le Cinque Giornate e Milano da violenze e saccheggi.

I figli di Giovanni, Leone e Cesare, partecipano attivamente alle Cinque Giornate di Milano: il primogenito Cesare viene introdotto dal padre come Impiegato alla Censura, aiutando quindi la copertura di messaggi importanti che provenivano dall'Italia o dall'Estero; il secondo figlio, Leone, in prima linea nelle barricate milanesi del 1848, quando viene anche arrestato, seguirà le vicende nazionali nella difesa di Roma del 1849 e vivrà infine da esule per quasi vent’anni in Tunisia, in Algeria e in Francia. Il loro cognato Attilio Galliani era coetaneo e compagno di giochi in gioventù di Luciano Manara, primo Comandante dei Bersaglieri d’Italia, seppellito nel Mausoleo di famiglia qui a Barzanò: insieme comandarono le colonne di patrioti che sconfissero le truppe di Radetzky il 22 marzo 1848 liberando Milano. Galliani sarà anche amico fraterno di Teodoro Moneta, l’unico Premio Nobel per la Pace assegnato ad un italiano, ora seppellito a Missaglia, diventando il primo sottoscrittore della Società Lombarda per la Pace e Giustizia Internazionale, antesignana della Società delle Nazioni, e quindi dell’ONU.

Nel 2011, la famiglia Paladini ha donato al Comune di Barzanò una bandiera Tricolore portata in battaglia dai loro antenati durante le Cinque Giornate, oggi visibile nella sala d'ingresso del palazzo municipale.

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