Luciano Manara, patriota e figura chiave del Risorgimento italiano, nasce a Milano il 25 marzo 1825. Si dedica agli studi prima nella sua città natale e quindi nella scuola di marina a Venezia, viaggiando e soggiornando poi tra Francia e Germania. La sua famiglia, con una rilevante posizione sociale e diverse proprietà agricole, acquisisce una villa nobiliare a Barzanò nel 1833. Fin dagli inizi degli anni Quaranta, periodo in cui peraltro si sposa, sempre più vivi si fanno i suoi sentimenti patriottici, grazie alla frequentazione del salotto della contessa Maffei a Milano, dove stringe amicizia con alcuni dei più importanti protagonisti risorgimentali, da Emilio e Enrico Dandolo a Ernesto Morosini, da Carlo Cattaneo a Emilio Cernuschi.
Già con le Cinque Giornate di Milano Manara si distingue per coraggio e valore, quando riesce a far innalzare le barricate per evitare la riconquista del Duomo da parte dell'esercito austriaco e quando poi dirige l'assalto decisivo di Porta Tosa contro le truppe di Radetzky. Manara partecipa anche alla prima Guerra di Indipendenza italiana, in occasione della quale organizza il corpo dei Bersaglieri Lombardi, un contingente d'armi formato dai più valorosi combattenti volontari, che viene dislocato su diversi fronti. Posto a capo della 1° Colonna diretta ad invadere il Trentino per impedire l'avanzata degli Austriaci, Manara e le sue truppe vengono però fermati proprio a pochi chilometri da Trento.
In seguito alla sconfitta dell'esercito piemontese, che provoca la riannessione della Lombardia all'Austria, e nel fermento dei movimenti di rivolta che continuano a sconvolgere tante parti della penisola, Luciano Manara parte alla volta di Roma in testa a un gruppo di soldati. L'obiettivo è quello di difendere la neocostituita Repubblica Romana. Erano 600 bersaglieri, tra cui anche Emilio Dandolo, diretti da Manara per "difendere una città italiana dallo straniero" come racconta lo stesso Dandolo nelle sue memorie. La resistenza all'esercito francese però termina dopo una lunga lotta nel giugno del 1849, durante la quale Luciano Manara, nominato nel frattempo Capo di Stato Maggiore da Giuseppe Garibaldi, perde la vita negli scontri di villa Spada: è il 30 giugno, lo stesso giorno in cui viene decretata la resa della Repubblica Romana.